Sarà il 2016 l’anno della svolta per i biocarburanti?. Boeing rilancia la ricerca sul motore verde per il trasporto aereo. L’industria aeronautica americana e quella canadese stanno collaborando per trasformare i residui forestali in carburante jet.
L’azienda aeronautica di Seattle non molla la ricerca di biocarburanti per aerei che resta un obiettivo prioritario del costruttore americano. Boeing dopo aver verificato le potenzialità di alimentare i propulsori aeronautici con tabacco, l’olio da cucina e Jatropha, che è una pianta selvatica che non impatterebbe con le coltivazioni alimentari perché capace di crescere anche in zone semi-aride, è decisa a tentare la produzione di biocarburanti dalla segatura e altri prodotti forestali di scarto.Il progetto Boeing di produrre carburante da rifiuti cellulosici haottenuto il pieno il sostegno dell’industria aeronautica canadese. Ci crede un nutrito gruppo di scienziati e partner commerciali che si sono aggregati al consorzio che avrà il compito di valutare la fattibilità tecnica del processo di sintesi dei biocarburanti dalla segatura, cercando di determinare, in termini commerciali, se i rifiuti cellulosi possano o meno essere adatti come materia prima per i biofuel dell’aviazione.
Non a caso il luogo scelto per portare avanti la sperimentazione è il Canada: ricco di foreste gestite in maniera sostenibile (e certificate), la nazione possiede una lunga tradizione di riciclo degli scarti forestali in campo energetico. “I biocarburanti per l’aviazione avranno un ruolo fondamentale nella riduzione delle emissioni di carbonio del trasporto aereo a lungo termine”, ha commentato Julie Felgar, direttore della sezione Strategia e integrazione ambientale presso la Boeing Commercial Airplanes. “E il Canada è in una posizione fantastica per sfruttare in maniera sostenibile le sue foreste al fine di compiere nuovi progressi ambientali per la sua industria aeronautica e per gli altri settori del trasporto”.
Un primo studio di fattibilità – sostenuto dalla stessa Boeing e realizzato dalla University of British Columbia (UBC) all’inizio di quest’anno – ha stabilito che i biocarburanti per l’aviazione prodotti tramite trasformazione termochimica dei rifiuti cellulosici (come ad esempio rami e segatura) potrebbero soddisfare il 10 per cento – circa 175 milioni di litri – della domanda di carburante jet annuale del British Columbia. L’obiettivo del consorzio è quello di prendere i risultati di tale studio e degli esami di laboratorio condotti (che già prodotto una piccola quantità di biocarburanti segatura), e determinare che cosa in pratica è necessario per portare la produzione su scala commerciale.