L’azienda napoletana parla di “manifesta impossibilità di acquisire nuove commesse”
Seguiamo da molto tempo la delicata vicenda della Dema, una delle aziende più importanti del comparto aeronautico campano, che deve fare i conti con una situazione economico finanziaria critica. Ora arriva la notizia che la società napoletana, a causa di quella che definisce “manifesta impossibilità di acquisire nuove commesse”, ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per 99 dei suoi 500 addetti dello stabilimento di Somma Vesuviana. I tagli sono puntati in particolare sulle produzioni legate allo sviluppo ingegneristico. Coinvolti nella procedura di licenziamento collettivo 59 impiegati, 36 operai, due dirigenti e due quadri. Il primo confronto tra azienda e sindacati su questa delicata faccenda si terrà mercoledì 20 all’Unione degli Industriali di Napoli. La decisione arriva dopo due annunci di esuberi, uno risalente al 2014, per 61 unità, l’altro agli inizi del 2015, per 82 unità, che hanno visto l’utilizzo della cassa integrazione che si concluderà il prossimo 16 marzo.
Dema, motivando la sua decisione, fa un quadro davvero a tinte fosche della propria situazione. “Per effetto del nuovo mutamento in senso peggiorativo delle situazioni economico finanziarie della società – scrive l’azienda nella procedura di licenziamento – anche il rispetto delle condizioni negoziate con il tribunale di Nola per l’ammortamento del debito è stato reso più difficoltoso”. Il gruppo spiega anche che c’è una transazione fiscale con l’Inps e con l’erario. Con l’Inps è stata pattuita una rateizzazione di 5 anni. Con l’erario di 10 anni.
Quello che però determina probabilmente la vera crisi strutturale dell’azienda e che preoccupa di più sul lungo periodo è la decisione di Alenia, Agusta Westland e Bombardier di produrre all’interno dei propri siti quelle strutture che prima affidava alle forniture. “C’è uno “stop work” da parte di Bombardier – spiega ancora la società – inoltre Alenia Aermacchi ha ridotto le commesse di ingegneria industriale”. Dema poi lamenta “la riduzione dei pagamenti dei lavori svolti per conto dei committenti e la conseguente impossibilità di acquisire nuove commesse”.
Questi 99 licenziamenti, dunque, arrivano dopo anni già molto difficile per l’azienda. Lo stabilimento di Brindisi ha messo quasi tutti i lavoratori in cassa integrazione straordinaria a causa della riduzione drastica delle forniture di cabine e travi di coda per l’elicottero Agusta Westland 139. Quello di Montreal è stato chiuso a causa dell’internalizzazione da parte del gruppo canadese Bombardier delle commesse per l’aereo a reazione commerciale, a medio-corto raggio, Cseries. Intanto per alleggerire i costi degli affitti l’anno scorso Dema ha chiuso l’impianto di Pomigliano trasferendo tutti gli addetti in quello di Somma Vesuviana. Ma il momento resta molto difficile.