La decisione sul programma del nuovo turboelica potrebbe essere decisa da François Hollande e Matteo Renzi se la Ministra Federica Guidi inserisce il dossier tra quelli in discussione all’incontro tra i primi ministri italiano e francese.
La crisi di prospettiva in diverse aziende dei comparti aeronautici campani e pugliese è stata innescata dal calo di commesse da parte del committente nazionale. La One Company Finmeccanica ha rivisto la gestione della supply chain, oltre a ridurre il valore delle lavorazioni esternalizzate, il player spinge la subfornitura a cercare nuovi committenti, e questo, purtroppo, non tutte le aziende sono in condizione di farlo ottenendo i risultati sperati, per cui alle più deboli e piccole non resta che contrarre i costi e servizi, accantonare nuovi progetti e investimenti, ridurre il personale e avviarsi sulla china che le porterà inevitabilmente fuori mercato.
Nei mesi scorsi l’Osservatorio sui Distretti Industriali del Banco San Paolo ha evidenziato che dalla fine del 2014 è in corso un progressivo arretramento dell’export dell’industria aeronautica campana.
Le difficoltà commerciali del programma A380 e la scelta di accantonare il progetto del nuovo ATR espongono i siti di Pomigliano d’Arco, Nola e la filiera della subfornitura al rischio di un progressivo ridimensionamento. In Puglia le difficoltà potrebbero sorgere a Foggia, non a Grottaglie, dove le produzioni del Boeing 787 garantiscono le attività dello stabilimento.
Con il riassetto di Finmeccanica è nata la Divisione Aerostrutture che include i siti meridionali, è quella più esposta alla competizione del mercato ed è quella che con la subfornitura in questi anni ha beneficiato di diversi e importanti interventi di sostegno finanziario dal Governo, dalle regioni Campania e Puglia, e dalla Comunità Europea.
Il paradosso è che queste risorse finanziarie sono state assegnate per sviluppare il nuovo aereo turboelica, progetto finito su un binario morto perché i francesi di Airbus, partner di Finmeccanica in ATR, hanno altre priorità. L’amministratore delegato di Airbus, Fabrice Brégier sostiene che fare un nuovo aereo costerebbe troppo, basta il rifacimento della cabina dell’attuale velivolo, aggiungendovi qualche sedile com’è stato fatto dai concorrenti canadesi e ipotizzare forse una possibile rimotorizzazione del velivolo.
Sono in molti a pensare che un nuovo prodotto consentirebbe ad ATR di mantenere una leadership mondiale nel segmento dei velivoli turboelica intercettando la domanda di circa 4000 esemplari, incluso la sostituzione di oltre un migliaio di aerei ancora in flotta. La concorrenza è praticamente solo quella di Bombardier con il Q400, più vecchio dello stesso ATR.
L’argomento costo carburante non è decisivo nulle analisi previsionali di un progetto aeronautico che ha una vita operativa lunghissima, di oltre trent’anni.
In questi giorni la ministra Stefania Giannini e il suo omologo francese Thierry Mandon hanno confermato una stretta collaborazione in ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, dove i due paesi sono tra i principali protagonisti e finanziatori e dove i progetti sono realizzabili quando sono condivisi dai ministri.
Una proposta sensata per sbloccare la situazione di difficoltà delle imprese meridionali potrebbe essere quella che la Ministra Federica Guidi inserisse il dossier ATR tra quelli che saranno affrontati il prossimo 8 marzo a Venezia, al vertice bilaterale Italia – Francia, un tavolo dove le discussioni privilegiano le logiche degli interessi nazionali a quelle delle imprese.