La dichiarazione sarebbe del Capo delle Operazioni tecniche di Airbus, Tom Williams in un’intervista rilasciata il 20 febbraio al quotidiano britannico The Telegraph.
Il break even point del programma non sarà mai raggiunto perché l’interesse delle aerolinee per questi velivoli è notevolmente ridotto. Gli operatori sono spaventati dagli alti costi di gestione del A380, come del 747, e si orientano sui nuovi modelli Narrow Body sempre più capienti e innovativi. I lunghi anni di crisi politica, economica e finanziare è un’altra delle condizioni che certamente non ha favorito il mercato dei grandi velivoli Wide Body. La decisione di avviare il progetto del più grande velivolo del trasporto civile e della prima metà degli anni 90 del secolo scorso, a fine 1996 anche Alenia aderì al progetto, la decisione di avviare il programma, sostiene Williams, è stata presa da Airbus guardando ai profitti che allora faceva e che aveva prodotto il 747 di Boeing.
Negli ultimi tre anni, nessuna compagnia ha ordinato l’A380 e solo i recenti acquisti di Iran Air e All Nippon Airways hanno evitato un ulteriore zero nella casella degli ordini dell’aereo.
Da quando è partito il programma del A380 molte cose sono cambiate perché il ruolo pubblico si è progressivamente ridotto, ha spiegato Williams al Telegraph, oggi Airbus è quotata e solo il 25,9% delle azioni è diviso tra Francia (10,9% tramite SOGEPA), Germania (10,9% tramite GZBV) e Spagna (4,9 tramite SEPI).
«I giorni in cui facevamo progetti per l’ego, il coraggio e l’orgoglio non ci sono più» ha spiegato Williams, «C’è ancora un po’ di politica [in Airbus] – ha aggiunto – ma quando penso a quando ho cominciato nel 2000 quando tutto si faceva guardando i passaporti, non è più così».
Resta il paradosso che Airbus starebbe pensando a una versione rimotorizzata e più efficiente del A380, e avrebbe avuto «diverse discussioni» con i governi sui prestiti per coprire i costi di sviluppo del programma. «Prestiti – ha tenuto a precisare Williams – che saranno ripagati permettendo agli Stati di generare profitto».
Lo stesso Ceo di Airbus, Fabrice Bregier al Singapore Air Show ha ammesso che il programma A380 è un problema importante da risolvere per il costruttore aeronautico europeo, l’aeroplano «ha venduto meno di quanto atteso», ma che prima o poi «troverà la sua strada».