La crisi del gruppo aeronautico genovese è in stallo in attesa di due passaggi decisivi: l’esito della visita del premier Matteo Renzi ad Abu Dhabi, prevista il 3 e 4 marzo e il successvo incontro del 9 marzo al Mise. Il primo ministro italiano nei mesi scorsi ci aveva messo la faccia sul rilancio dei Piaggio Aerospace, e ora dovrà fare i conti con i rappresentanti del governo di Mubadala per capire le reali intenzioni degli arabi verso il gruppo industriale, e come sbloccare una situazione che vede ulteriori 200 cassaintegrati deciso dall’azienda solo la scorsa settimana dopo i 145 già cassa integrazione, e la riduzione di ulteriori 35 lavoratori dei reparti delivery e service.
Venerdì scorso l’assessore regionale allo Sviluppo economico Edoardo Rixi dopo l’incontro con una delegazione di lavoratori aveva chiesto all’impresa aeronautica controllata dagli emirati di ritirare le lettere della cassa integrazione. Allora aveva dichiarato: “La Regione non sbloccherà le pratiche per l’assegnazione a Piaggio dei circa 3 milioni di Euro destinati alla ricerca finché le lettere non verranno ritirate”.
Lo sblocco della situazione si è ottenuto dopo un incontro presso la sede di Villanova tra i sindacati e l’amministratore delegato di Piaggio Aerospace, Carlo Logli, che venerdì e ieri ha incontrato sindacati e lavoratori. Lo sciopero è stato sospeso e una decina di dipendenti reparto motori dello stabilimento rientreranno al lavoro.
Sospeso dunque le prospettive sul futuro dell’azienda, sono ormai chiare le intenzioni di Mubadala che controlla Piaggio Aerospace di procedere verso uno spacchettamento societario riconfigurando e ridimensionando quindi quel piano industriale che aveva consentito i finanziamenti pubblici, l’occupazione e il rilancio dei programmi aeronautici del gruppo genovese.