L’incontro tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, il Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca e Mauro Moretti Amministratore Delegato e Direttore Generale di Finmeccanica, è un primo risultato del pronunciamento unanime del Consiglio Regionale sulla mozione sul futuro dell’industria aeronautica campana.
Lo stesso presidente De Luca dopo la sua elezione aveva in più occasioni posto la centralità del comparto dell’aerospazio per avviare una reindustrializzazione dell’economia regionale quindi abbiamo motivo per credere che la presenza del Governo all’incontro tra il Governatore e Finmeccanica sia di significativa importanza.
Le rassicurazioni date da Moretti sulla tenuta occupazionale nei suoi stabilimenti sono uno scarno risultato, anche perché in questi mesi intorno all’aerospazio si è solo fatta ‘ammuina’ e non si è lavorato per definire una strategia e proposte concrete per rilanciare il comparto regionale.
Un comparto che è in sofferenza non solo per la vicenda DEMA, è da qualche tempo che si registrano le difficoltà delle PMI e il vuoto di strategia della Finmeccanica non facilita gli investimenti e, infatti, è dall’ultimo trimestre del 2014 che l’Osservatorio sui Distretti Tecnologici di Intesa Sanpaolo segnala arretramenti significativi nelle esportazioni dell’industria aeronautica campana.
La frenata nel corso del 2015 degli ordini mondiali nel settore civile (- 38%) è consistente, anche se IATA si aspetta una crescita del 3,8% all’anno del traffico passeggero. E’ un’indicazione che i nuovi grandi programmi degli ultimi anni hanno fatto il pieno di ordini, i costruttori hanno importanti backlog che mettono a riparo da crisi a breve e medio periodo. La congiuntura economica ha tuttavia esposto finanziariamente quei costruttori in ritardo per difficoltà tecniche con i nuovi programmi, quelli che si sono attardati nell’innovazione dei prodotti e quelli che soffrono di programmi come A380 che, come dichiara la stessa Airbus, «non sarà mai redditizio» e richiede immensi investimenti per sviluppare versioni più attrattive per il mercato.
In questo scenario sono incastrate le attività degli stabilimenti aeronautici napoletani di Finmeccanica: il velivolo Airbus A380 riceve 1 o 2 ordini l’anno, ATR mantiene un portafoglio di circa trecento aerei, Pomigliano d’Arco si avvia a consegnare una decina di fusoliere per mese, ma nel 2015 ATR ha visto ridursi del 55% le vendite rispetto all’anno precedente, quindi le previsioni di vita del programma formulate dallo stesso Moretti vanno riviste. Sebbene il dato ATR fosse previsto dagli analisti per effetto della congiuntura e per l’assenza di un nuovo prodotto, è un segnale inquietante. Il progetto del nuovo turboelica, dopo i molti milioni pubblici già spesi per investimenti e ricerca è ormai uno snodo anche politico e la decisione di lanciare il nuovo velivolo non può essere lasciata alla sola Finmeccanica.
Per anni si è affermato che un aereo più capiente, economico e moderno avrebbe rilanciato la domanda di ATR, si è ripetuto alla noia che il mercato di sostituzione di un velivolo che ha venduto circa 1600 aerei a oltre 200 operatori e che ha un solo concorrente molto meno attrattivo, sono tutte condizioni che rendono vincente in partenza un programma aeronautico. Una premessa avvalorata dalla considerazione che le caratteristiche green dei nuovi velivoli sono aspetti di crescente peso nell’offerta dei prodotti aeronautici e non compromessa dal costo attuale del carburante, giacché nessun esperto è in condizione di fare una previsione su scala almeno trentennale, che rappresenta la vita minima di un progetto aeronautico.
La pensa invece diversamente Airbus, poco interessata a rilanciare il programma del turboelica regionale con gli italiani, forse anche perché lo scenario dei velivoli jet e turboelica regionali potrebbe avere evoluzioni per le difficoltà dei programmi di Bombardier e di Embraer, che sono tra i protagonisti del mercato dei regionali, tali che Airbus potrebbe trovarsi, indipendentemente da ATR, riposizionata in questo segmento di mercato.
Nel corso della recente Bilaterale Italia Francia, sono stati discussi i numerosi dossier aperti tra i due paesi; molti dei quali riguardano la Difesa e lo Spazio, per Finmeccanica il vertice avrebbe rappresentato un’opportunità, perché la One Company di Moretti deve completare il riassetto del gruppo e decidere se e come restare nell’aeronautica civile e come rimodulare le alleanze industriali. L’occasione è sfumata, e resta senza risposta la domanda se il nuovo turboelica è per Finmeccanica un tassello di questo riposizionamento, oppure Moretti ha deciso di giocare altre carte.
La Regione Piemonte e la Città di Torino hanno deciso di ripartire dall’aerospazio, sono stati convocati nei prossimi mesi gli Stati Generali per le politiche del settore, propongono un confronto pubblico, aperto e trasparente tra gli esperti e i portatori d’interessi pubblici e privati per definire una strategia condivisa di rilancio dell’intero comparto, un percorso inclusivo che rappresenta un esempio anche per altre istituzioni.
In Campania dopo l’accantonamento della delibera regionale sul Distretto Aerospaziale, n. 618 del 27 marzo 2009, che proponeva un soggetto pubblico di governance rappresentativo di tutti gli attori, opera un soggetto privato, il distretto tecnologico che ha beneficiato di risorse pubbliche per la ricerca, è largamente partecipato, ma non è un soggetto istituzionale, non è legittimato, attrezzato e non ha le competenze per monitorare e definire una strategia industriale.
Un vuoto istituzionale che nella stagione del Titolo V è servito alla grande impresa per dettare alle istituzioni regionali le linee di politica industriale.
L’incontro tra il governatore De Luca e Moretti apre uno scenario nuovo, la Regione prova a recuperare le sue prerogative. Il passo successivo sarebbe quindi lavorare per definire gli strumenti per avere un ruolo ai tavoli istituzionali e ripartire con quelle attività di sostegno che sono della Regione. In assenza di progetti industriali è inutile proporre altri accordi di programma, piuttosto sbloccare i fondi assegnati e mai erogati alle aziende nei precedenti provvedimenti. Approntare iniziativi utili alle imprese del comparto nella ricerca di nuovi mercati riportando in casa le attività che da anni sono state affidate all’ICE/ITA, l’agenzia nazionale governativa che ormai finanzia molte delle sue iniziative con i fondi comunitari delle Regioni di Convergenza. L’assessore Valeria Fascione ha più volte anticipato un recupero da questo versante, ma non si capisce se le voci di spesa le sono state assegnate o sono di altri assessorati o enti regionali.
Nei mesi scorsi la Ministra Federica Guidi ha illustrato in Parlamento un complesso sistema di sostegno alle imprese e l’ultimo piano di finanziamento di poco meno di 2 miliardi per lo sviluppo dei programmi aeronautici. Il Governo invece di percorrere la strada di un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha deciso di attrezzare un ’Comitato per lo sviluppo dell’industria aeronautica‘ che rappresenta tutti i ministeri interessati ed esprime parere sui progetti presentati.
Il paradosso è che le imprese della Campania rischiano di non accedere nemmeno a questi fondi, fatta eccezione per quelle motoristiche e qualcuna dell’Aviazione Generale, perché non in condizione di presentare progetti e nuove attività industriali, se nessuno si porrà il problema, di questo passo si ridistribuirà nel Paese la presenza del sistema delle imprese aeronautiche nazionali e, salvo qualche rara eccezione, non riusciamo a vedere quale spazio avranno le aziende della Campania.