L’amministratore delegato del gruppo Airbus Tom Enders, come anticipato anche in un nostro precedente articolo, dovrà completare l’integrazione (mai del tutto implementata) del più grande gruppo aerospaziale europeo, tagliando posti di lavoro ed eliminando le duplicazioni di numerose funzioni ancora esistenti per ridurre i costi. Di recente Airbus ha annunciato 1,4 miliardi di euro di accantonamenti (per far fronte ai problemi insorti al motore dell’A400 e ai ritardi nelle consegne dell’A350) e perdite sull’A380.
Il grande gruppo aeronautico europeo è anche al centro della condanna del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, all’Unione europea per gli aiuti di stato che sono stati dati ad Airbus. Questa vicenda ritorna sistematicamente quando si accende la guerra commerciale (e legale) tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea, dopo la vicenda Volkswagen, Apple e il mancato TTIP, tuttavia arriva in una fase particolarmente delicata per Airbus e non semplifica il necessario processo di ristrutturazione del gruppo aeronautico europeo.
La ristrutturazione annunciata da Enders sarà focalizzata sulla divisione aerospaziale civile (attuale Airbus SAS, che rappresenta il 70% del fatturato del gruppo) che sarebbe rinominata Airbus Commercial, il cui presidente e amministratore delegato Fabrice Bregier, è noto che da qualche tempo non è in sintonia con Enders.
La soluzione decisa sarebbe quella che vedrebbe Bregier nominato chief operating officer della corporate entro ottobre prossimo, conservando l’attuale posizione di presidente di Airbus SAS.
Questo nuovo assetto dovrebbe risolvere la crisi del management ma sono in molti oltre il Financial Times, a ritenere che invece potrebbe ulteriormente peggiorarla, creando un grave vuoto di potere nel momento forse più delicato per l’Europa e per il gruppo industriale europeo.
E questo non riguarda solo i paesi che partecipano direttamente a quello che è il più grande programma europeo di cooperazione industriale.