di Adelchi Maria Rendola
Il bilancio della partecipazione italiana ai bandi Horizon 2020 nel 2014 è stato modesto e le richieste pervenute dal Sud Italia sono poche e con scarsa qualità delle proposte. Questo è stato uno dei temi di cui si è discusso lo scorso 9 maggio a Città della Scienza, nell’ambito della giornata “Festa dell’Europa”, durante il seminario informativo su Horizon 2020 per ricerca, Start-Up e PMI dal titolo “Come partecipare con successo allo SME Instruments”.
Il programma H2020 è il programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione nato con lo scopo di fornire a PMI e centri di ricerca tutti gli strumenti indispensabili per la realizzazione dei propri progetti e in particolare favorire lo sviluppo della ricerca applicata al settore produttivo. Il budget complessivo del programma è di 70 miliardi di euro ed è realizzato su tre pilastri: produzione di conoscenza tecnico-scientifica, leadership industriale e sfide sociali. E’stato sottolineato che se da una parte il programma è disponibile ad erogare più velocemente i fondi per i progetti è altresì importante ridurre i tempi di valutazione dei progetti stessi. La valutazione, e quindi l’accesso ai fondi, concerne i tempi di attuazione, l’eccellenza e l’impatto sulle sfide sociali del progetto. Lo SME Instruments rappresenta, invece, un bando per le PMI inserito in Horizon che consente di sviluppare un’idea di business a partire dal progetto fino alla commercializzazione. Ciò avviene mediante uno studio di fattibilità del progetto (fase 1); dimostrazione della validità tecnologica e commerciale del progetto (fase 2); commercializzazione e conseguente riconoscimento della qualità della proposta, visibilità internazionale, strumenti per individuazione di partner commerciali (fase 3). I programmi e i supporti che l’UE fornisce sono stati relazionati da Marco Cozzolino di Eurosportello Napoli, il quale ha esposto il lavoro che viene svolto dalla rete della commissione europea Enterprise Europe Network proprio in quest’ambito. La EEN è stata creata con lo scopo di supportare le PMI nella ricerca di partner, innovazione e internazionalizzazione e presenta una banca dati, dove sono inseriti più di 19000 profili di aziende interessati ad accordi o collaborazioni in ambito commerciale, tecnologico e sviluppo della ricerca. La rete presenta circa 600 partner in 54 paesi e con essa è possibile aggiornarsi sulle attività e opportunità offerte dall’UE per accedere ai servizi sulla legislazione europea e sulle politiche di interesse per le imprese.
Secondo la EEN, nel 2014, l’ICT è risultato al primo posto nelle domande di finanziamento avanzati dalle PMI per accedere ai fondi del programma H2020. Non sono trascurabili i dati che arrivano dal settore aerospaziale per il quale è stato raggiunto un livello di ritorno nazionale del 15%. La regione Campania, e in generale il Mezzogiorno, attualmente, si trovano in un momento molto delicato. Secondo Marco Matarese del consorzio Technapoli “L’H2020 è senza confini. La competizione è aperta in tutta Europa e la Campania ha tutte le carte in regola per partecipare ai bandi e vincerli. Il problema risiede nella qualità dei progetti”. Sta di fatto che nel 2014 in Campania vi è stato un solo progetto, l’HySolarKit, selezionato nella fase 1 dello SME Instruments ed esposto durante il seminario dal professore Gianfranco Rizzo coordinatore dei corsi di Ingegneria Meccanica e Gestionale dell’Università di Salerno. HySolarKit è un progetto che consiste nell’inserire su un’automobile delle ruote motorizzate elettricamente sull’assale posteriore e disporre dei pannelli fotovoltaici sul tetto e sul cofano. L’energia, normalmente dispersa durante le frenate, è recuperata e accumulata nella batteria. I motori elettrici collaborano alla trazione permettendo al motore centrale di lavorare in condizioni di rendimento più elevato. I vantaggi si riassumono in una forte riduzione delle emissioni inquinanti e costi inferiori rispetto ad un veicolo ibrido o elettrico. HySolarKit è quindi un esempio di eccellenza e di sfruttamento ottimo di risorse in un paese come l’Italia dove invece ogni anno sono persi miliardi di euro di fondi UE per la realizzazione di piccole e grandi opere. E’ necessario rendersi conto dell’enorme opportunità che il programma H2020 offre alle piccole e medie imprese per realizzare i propri progetti e perdere un’occasione simile evidenzierebbe la scarsa volontà oltre che l’incapacità di fare impresa. Tra i relatori del seminario, abbiamo chiesto all’Ing. Filippo Ammirati dell’ENEA, un commento sulla situazione del nostro territorio: “La situazione in Campania è molto complessa ma riassumibile in poche parole: o ti svegli o muori…”.