Per l’osservatorio MECSPE gli imprenditori campani giudicano positivamente il Piano Industria 4.0 del Governo ma solo il 10% è disponibile ad investire nella fabbrica intelligente. SVIMEZ rileva che solo 8% dei finanziamenti arriverà alle imprese meridionali
Iniziativa del Seminario è di Senaf, hanno collaborato l’AIAD e il DAC presieduto dal Prof. Luigi Carrino che, salvo ripensamenti, tra qualche mese lascierà l’incarico come preannunciato nei mesi scorsi.
Al convegno “Industria 4.0 e Aerospazio” sono stati presentati i dati della ricerca che fotografano l’orientamento degli imprenditori del comparto campano verso quella che è definita la Fabbrica Intelligente.
La manifestazione, molto attesa, ha ottenuto un notevole successo di partecipazione, è stata organizzata a Napoli da Senaf, CFI agenzia di Confindustria, l’osservatorio MECSPE e Tecniche Nuove, in collaborazione con il Distretto Aerospaziale campano e AIAD.
Nel corso dell’evento che si è tenuto presso l’Università Federico II di San Giovanni a Teduccio, sono stati presentati i dati di un studio dello 0sservatorio MECSPE sulle PMI del Centro-Sud Italia e della Campania. Un’analisi per interpretare i giudizi e le conoscenze degli imprenditori del nuovo paradigma e del Piano Industria 4.0.
Alla manifestazione aperta dal prof. Piero Salatino coordinatore della Task Force Industria4.0 della Federico II, sono intervenuti imprenditori del settore come Giovanni Abete e Antonio Rocco, Giuseppe Fogliazza del Cluster Fabbrica Intelligente, rappresentanti di MBDA e Thales Alenia Space, l’Assessore regionale, Amedeo Lepore e il Presidente del Dac, Luigi Carrino.
Dallo studio del MECSPE, i cui dati sono stati illustrati dal Prof. Riccardo Resciniti dell’Università del Sannio, emerge un orientamento sostanzialmente positivo delle imprese nei riguardi del Piano Industria 4.0. Un giudizio che coincide con quello rilevato in altre regioni, anche se gli imprenditori del Centro Sud esprimono la necessità di una minore attenzione del piano alle grandi aziende, una programmazione pluriennale di sostegno e un potenziamento delle infrastrutture digitali.
La ricerca di Svimez, l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, su come procede l’applicazione del Piano Industria 4.0, rilevava, solo alcuni mesi fa, invece le notevoli difficoltà che hanno le PMI meridionali a interpretare il nuovo modello d’impresa e ad intercettare le opportunità offerte dal Piano Industria 4.0.
Lo Svimez evidenziava che la maggior parte dei finanziamenti finora resi disponibili dal Piano Industria 4.0 del Governo è finito alle aziende del Nord Italia.
Il provvedimento stanzia 7 miliardi aggiuntivi tra il 2017 e il 2020, a queste si sommano 7,5 miliardi già stanziati (soprattutto per il piano banda ultralarga). Di questi finanziamenti nei prossimi anni è previsto che alle imprese del Sud Italia arriverà solo il 7% delle risorse disponibili. Facendo un rapido calcolo, tra il 2018 e il 2027, e considerando i fondi impegnati, le aziende del Mezzogiorno otterranno dai bandi circa 650 milioni di euro, mentre le imprese del Nord Italia supereranno gli 8,6 miliardi di euro.
Analizzando i diversi finanziamenti si scopre che per quanto riguarda il credito d’imposta, le PMI del Sud Italia riceveranno poco più di 350 milioni di euro, un decimo dei finanziamenti destinati al Nord Italia. Stesso discorso per quanto riguarda la Sabatini-Bis, che prevede contributi Mise a sostegno di operazioni di investimento da parte delle Pmi, con interventi maggiorati per i beni digitali, per le aziende del Mezzogiorno i contributi si fermano a poco più di 50 milioni di euro, quelle del Nord potranno spendere oltre 500 milioni di euro.
In un convegno su Industria 4.0 meglio sarebbe stato promuovere un confronto su queste diverse rappresentazioni e cercare risposte per frenare questa deriva che rischia di produrre un’accelerazione allo sviluppo per le imprese del Nord, e di trasformarsi in un arretramento e quindi in un’emarginazione per quelle del Meridione.
Gli imprenditori del comparto dell’aerospazio campano, è stato detto, hanno piena consapevolezza del nuovo paradigma, mostrano propensione all’innovazione e a investire nella Fabbrica Intelligente. Perciò, più che la solita narrazione autocelebrativa, certamente più utile sarebbe promuovere un confronto tra imprese e istituzioni per trovare risposte concrete e condivise per non perdere anche il treno della nuova rivoluzione industriale.