E’ ben difficile trovare qualcosa che riesca a competere, ma sicuramente una vista mozzafiato potrebbe fare la differenza, soprattutto se la vista in questione è quella dell’intero universo che non viene filtrata dalle lenti di un telescopio! Ebbene un pasto a bordo della Stazione Spaziale Internazionale sarebbe l’ideale, ma che sia proprio gustoso non ne abbiamo la certezza.
Se esistesse un programma televisivo sulla cucina spaziale si chiamerebbe “Cucine da incubo, speciale ISS”!
Purtroppo non possiamo cucinare una buona parmigiana di melanzane in orbita LEO, ma per fortuna oggetto di studio qui sulla terra è il benessere dell’astronauta, quindi negli ultimi anni le aziende che si interessano e si occupano dell’alimentazione degli ospiti della ISS sono aumentate e gli studi stanno portando ad un miglioramento notevole delle derrate alimentari. I cibi spaziali devono essere tutti disidratati, sterilizzati e impacchettati sotto vuoto per evitare il contatto con l’ossigeno, che in condizioni estreme, quali quelle spaziali, renderebbero il cibo immangiabile. Una cosa fondamentale da sapere è questa: se avete intenzione di intraprendere un viaggio spaziale, come astronauti o come “turisti” a bordo di un velivolo della SpaceX, allora dite addio a biscotti, crackers e tutto ciò che fa briciole per evitare di ammalarvi o soffocare con qualche residuo volante sospeso nell’abitacolo.
Sembra essere paradossale ma nello spazio un grande problema è appunto lo “spazio”! Nonostante i 425m³ di volume abitabile della ISS gli spazi sono angusti e i movimenti difficili, per anni l’unico cibo concesso agli astronauti è stato quello preconfezionato sulla terra, ma dalla missione spaziale a cui prese parte Samantha Cristoforetti è stato possibile introdurre una vera e propria dispesa e non solo: sappiamo tutti che il caffè ha effetti benefici sul nostro umore, ci energizza e ci rende felici, spesso è associato ad un momento sociale di condivisione e di amore!
Considerando l’importanza della salute psicofisica degli scienziati, Argotec in stretta collaborazione con Lavazza ha pensato bene di studiare ad hoc una macchinetta per un caffè… spaziale. Una macchinetta a capsule a gravità zero chiamata Isspresso, da cui possiamo notare quanto la nostra sia una lingua fantastica. Speriamo, tra non molti anni, nell’apertura di un bar a qualche centinaio di km dalla terra: un sogno per noi amanti della cultura del caffè e dello spazio, ma dimentichiamo la tazzina classica e iniziamo ad abituarci all’idea di un “pouch”, un sacchetto speciale, con una miscela separata di crema e caffè. La giusta combinazione tra utile e dilettevole, facendo esperimenti sui fluidi mentre si gusta un caffè, che sia ottimo non possiamo ancora dirlo!
Non siamo troppo pretenziosi però, l’impresa è stata già abbastanza difficile dato che le condizioni fluidodinamiche nello spazio sconfinato sono ben diverse dalle nostre, non possiamo mica aspettarci la moka e il profumo di caffè, nello spazio odori e sapori non hanno la stessa intensità. La nuova frontiera degli scienziati che cammina parallelamente al miglioramento dell’alimentazione degli astronauti riguarda l’autosufficienza alimentare del futuro nello spazio: se grandi aziende private, come SpaceX, hanno intenzione di diventare agenzie di “viaggi spaziali”, allora capiamo bene che hanno necessità di produrre cibo, magari su Marte. Studi del genere vengono affrontati e si sono concentrati sulla coltivazione di verdure a basso contenuto calorico e ad esempio si sta provando a risolvere la difficoltà di produzione di proteine con gli allevamenti di insetti che, tra i tanti aspetti positivi, sono un’alternativa molto economica e green. Gli insetti, primi fra tutti i grilli, hanno un alto contenuto proteico, consumano poca acqua e producono una bassa percentuale di rifiuti. Hanno il vantaggio di poter essere consumati anche sotto forma di farine quindi potrebbe soddisfare e non disgustare anche i palati più scettici. In realtà come afferma Kevin Cannon, principale studioso della produzione di cibo su Marte, passare a questa dieta marziana potrebbe essere la svolta anche per il nostro pianeta, sicuramente risulta essere più etica ed ecosostenibile della dieta terrestre.
Noi continuiamo però a sperare e a sognare di riuscire, una volta nella vita a provare una gustosa cena marziana con vista spazio, al momento inganniamo l’attesa assaggiando il cibo che mangiano gli astronauti con un occhio nel telescopio in direzione Marte!
Vittoria Di Palma